Ambiente Marino



Un detto hydruntino recita: “scirocco a mare, montagne chiare”. Era uno dei metodi tradizionali per prevedere il tempo, gli Acrocerauni albanesi fanno capolino soltanto quando lo scirocco soffia sul mare.
Qui siamo nel cuore del Mediterraneo,nel punto in cui l’influenza dell’Atlantico si attenua ed inizia quella del Bacino di Levante. Qui migrano specie tropicali dal Canale di Suez che trovano spesso condizioni favorevoli. Del resto siamo in un mare magico, noto per la sua biodiversità. Basti pensare che il Mediterraneo stesso – che costituisce soltanto lo 0,8% del mare – da solo ospita il 5,5% delle specie. Ad esse si sommano quelle mitiche e leggendarie che ad Otranto abbondano. Come il gigantesco “serpente di mare” della torre del serpe, o la sirena di Capo Malepasso. Qui ci si tuffa nel mare del mito in fondali incantevoli: coralli, spugne candelabro e poi grotte e cavità sottomarine dallo sviluppo incredibile.



Otranto, da un recente studio, in base a nuove esplorazioni, appare essere le località italiana col più alto numero di grotte e cavità sottomarine. Come la “grotta del tau” dove formazioni biocenotiche hanno disegnato un tau illuminato da un raggio di luce tale da farlo apparire sospeso a mezz’aria. Ma anche pareti a picco nel blu, franate dove pascolano grosse cernie, e fanno capolino il grongo e la murena, relitti dove si affaccia il gambero vinaio, spugne dalle mille forme e colori. Un paradiso dove l’ultimo avvistamento di una foca monaca risale al 1987. proprio ad Otranto è allo studio l’istituzione di una riserva marina, per salvare questi fondali dai mille colori.