Torre Sant’Emiliano, è una delle 366 torri costiere che cingevano al tempo dei Viceré di Spagna l’intera Terra d’Otranto.
Dalla sua sommità si vede l’isolotto di Sant’Emiliano.
L’intera zona appare come il frutto armonioso del lavoro dell’uomo e della natura.
I campi coltivati e le pecore che pascolano nella gariga, la torre e le masserie.
Come la splendida masseria di Ceppano s’inserisce perfettamente nell’ambiente circostante e ricorda, ancora una volta, la durezza della vita dell’antica civiltà contadina del Salento.
I suoi ambienti dedicati all’allevamento degli animali possiedono un complesso ed ingegnoso sistema di raccolta delle acque.
Tra la gariga e la macchia, dall’alto della masseria, si vedono i Canaloni di Porto Badisco.
Sono i resti di un antico fiume, appartenente ad un era geologica lontana da noi milioni di anni.
Loro interno un delicato ecosistema che conserva decine di specie vegetali presenti nella lista rossa internazionale.
Da essi fin sulle rive di porto Badisco fioriscono le orchidee ed alcune rare specie di flora transriparia del Mediterraneo.
Come l’Echinops spinosissimus, un cardo che meraviglia con i suoi fiori cerulei.
La Grotta dei Cervi, scoperta nel 1970, custodisce migliaia di pittogrammi che si snodano in un insieme di gallerie lunghe chilometri.
L’importanza di questa grotta, nota in tutto il mondo dopo gli studi del Prof. Paolo Graziosi, ne ha suggerito la chiusura al pubblico.
Oggi esse testimoniano un periodo importante dell’umanità, uno dei passaggi fondamentali legati alla cosiddetta “rivoluzione del neolitico”.
La piccola baja di Badisco (dal greco batus – Profondo) si mostra con la sua spiaggetta che occupa l’alveo di un fiume oggi scomparso.
Le sue acque, continuamente ossigenate dalla sorgente sotterranea, sono considerate, sin dall’antichità molto salutari.
È uno dei luoghi preferiti dal turismo alternativo.




